INTERVISTA ESCLUSIVA
Amerigo Gubinelli torna a parlare a pochi mesi dalle nuove elezioni amministrative.
Gubinelli: “largo ai giovani ed alle nuove idee”.
GUIDONIA, 13 Ottobre 2011 - A distanza di qualche mese, sono tornato a trovare Amerigo Gubinelli, accettando l’invito di sottoporsi ad una nuova intervista da pubblicare sul suo sito ufficiale. Conosco ormai da un po’ di anni l’ex (e futuro?) candidato sindaco al Comune di Marcellina (attualmente gestito da un commissario prefettizio, dottoressa Maria Pia De Rosa Ndr.), ma non per questo gli ho risparmiato domande “scomode”. Il risultato ottenuto e ciò che leggerete qui di seguito e', quindi, un'intervista realmente intima a Gubinelli, che, seguendo il suo carattere impetuoso, non si nasconde né lesina proposte.
Gubinelli, come vede la situazione politica locale, a pochi mesi dalle prossime elezioni amministrative?
“Guardi Dott. Papili, tre anni fa mi sono candidato a Sindaco e la mia candidatura dovrebbe esser ricordata come ‘un punto, non come una virgola’, ovvero come la fine di un discorso, in questo caso come la fine di una politica sbagliata, di una politica ‘sciacquata’, senza senso, poco fertile… una politica con la ‘P’ malata di nanismo.”
Descrive, con metafore, una situazione di disagio: in che modo la situazione potrebbe migliorare?
“Ritengo che il compito di migliorare la situazione spetti a noi giovani, dovremmo ‘iniettare’ la ‘medicina giusta’, somministrare integratori ed anabolizzanti a quella ‘P’ e farla diventare grande, ma vedo attualmente poca risposta.”
Da dove nasce questo suo pessimismo?
“Purtroppo, vedo ancora giovani che fanno politica nel territorio restando legati a vecchi ‘dinosauri della politica’, quindi, le parole chiave, non dico ‘d'ordine’ perché sennò mi danno del fascista, sono: ‘camminare con la propria testa’ e ‘svezzamento’, quest’ultimo penso sia un termine molto appropriato, visto che viviamo in un territorio in cui ha regnato, e spero continui ancora, l'allevamento.”
E’ un problema di mentalità, quindi?
“Le rispondo con una domanda: siamo uomini ‘adatti a condurre’ o siamo uomini ‘che devono essere condotti’? Se ci consideriamo ‘uomini che devono essere condotti’, penso che non siamo maturi per ‘guidare’ un paese; giusto, allora, far di nuovo mettere in prima fila i ‘vecchi dinosauri’. Ma se siamo uomini in grado di condurre, lasciamoli a casa i ‘vecchi dinosauri’. Diamo esempio di maturità, cacciamo le cosiddette ‘palle’ e prendiamo in mano la situazione!”
‘Saper condurre’, per usare la sua terminologia, implica essere un leader.
“Io penso, infatti, che un grande politico è un grande leader, e che essere un grande leader significhi essere anche un grande statista e che un grande statista sia un grande ‘padre’.”
Puo' fare un esempio?
“Un grande leader è colui che percepisce da tutti le cose positive che ha -perché penso che ognuno di noi abbia qualcosa di positivo-, la accumula nel suo ‘bagagliaio interiore’ e, nel momento in cui lo reputa opportuno, la esterna. Credo anche che un grande politico debba sempre credere in due valori: libertà e responsabilità. Ed ecco l’esempio, chiunque ricopra una carica istituzionale deve saper essere un modello di comportamento e di educazione, ma come quando un padre sbaglia viene rimproverato dai figli, se è il politico a sbagliare dove essere rimproverato dai cittadini. Per volere essere più chiari, ne spiego il senso educativo: come un padre educa i propri figli, allo stesso modo il politico dovrà sempre essere di esempio per i cittadini.”
In politica non si hanno più valori morali?
“Le spiego. Io penso che siamo arrivati al punto in cui emerge il vero politico di razza. Si sono persi i valori, ma non per volontà della politica: per lucro. Sono finite anche alcune ‘usanze’ della politica, come il ‘clientelismo’, il ‘parentalismo’,è finito il ‘personalismo’, è finito il ‘familiarismo’, per dirla nel gergo politico, ‘hanno mangiato tutto’.
Ora è il momento di fare politica con la ‘P’ maiuscola, la politica in mezzo alla gente, la politica come servizio al cittadino: non più il cittadino al servizio della politica. Non bisogna più usare la politica come strumento per raggiungere scopi personali, ma fare ‘la politica delle grandi idee’,perché alla fine in politica vince chi ha idee e, in politica, vince, appunto, la politica.”
Concetti che Lei ripete da tempo.
“Sì, ma credo che sia ciò che serva. Attualmente i cittadini vogliono chi vuole fare politica oggi più che pensare a congressi e a correnti, deve saper mettere il cappello sull'anti-politica e svincolarsi da ‘contenitori fermi’. E' finita l'epoca delle tifoserie, la crisi precede ogni scelta. Occorrono uomini risolutivi!”
Ha proposte in merito?
“Dottore, inizio a risponderle ancora con una domanda: che cosa chiedono alla politica un padre ed una madre per il proprio figlio o un nonno per un nipote? Sempre la stessa cosa: lavoro.
Quello che rispondo a questi cittadini è di non dare retta a questi ‘quattro mandarini’ che fanno politica nel territorio, non date rette al fenomeno di 'marchettopoli’ (recente scandalo nei trasporti romani Ndr.) per i posti di lavoro, come detto in precedenza, è finito tutto. Allora, è lecito domandarsi: cosa si può fare? O meglio: che cosa si può provare a fare? Trovare un contenitore di posti di lavoro nel territorio!”
Dove, concretamente, lo si potrebbe trovare?
“Già esiste uno stabile, un ex cementificio sulla strada che porta a S. Polo. E’ abbandonato e degradato: possibile che non vi sia un'azienda pronta ad acquisirlo ed a rinnovarlo, riuscendo così anche ad attenuare il problema della disoccupazione nel territorio?
La prima grande azienda italiana che mi è venuta in mente è stata la ‘Birra Peroni S.p.A.’, se fossi il sindaco del territorio andrei direttamente a parlare con il direttore di questo importante birrificio,visto che Marcellina, qualche tempo fa, fu anche indicata come la seconda città in Europa, dopo una cittadina tedesca, per il consumo della birra. Attualmente poi, Marcellina, tra ‘passatellari’ (praticanti di un gioco in cui si beve molto Ndr.) e Rumeni, che al bar ne bevono una bottiglia a testa, sarà quasi sicuramente al primo posto di questa speciale classifica. La proposta che farei al direttore della ‘Birra Peroni SpA’ è la seguente: gli direi di prendersi lo stabile con proforma di affitto, con lo scopo di risolvere il problema della disoccupazione.”
Ma la disoccupazione non è l’unico problema di Marcellina, purtroppo.
“E’ vero, un altro grande problema è la mancanza di parcheggi nel centro storico. E’ inutile dare la colpa ai vecchi sindaci e non provare a risolvere il problema: gli spazi non ci sono. Sono finiti, sono stati occupati da nuove costruzioni. L'unico modo per risolvere è dare il permesso ad imprenditori privati per la costruzione di parcheggi a pagamento, elemento farebbe muovere anche l'economia.”
Vede altri grandi problemi da risolvere?
“Certamente un grande disagio è causato dall’assenza di una scuola nuova, ma, come dicevo precedentemente, è tutto finito, i finanziamenti pubblici, per il momento, sono bloccati. La soluzione è rappresentata dalla permuta (il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un contraente all'altro Ndr.). In edilizia, la legge consente ad un privato di dare in concessione ad un imprenditore il proprio terreno, in cambio di un appartamento o più, a secondo del valore del terreno. Ebbene, può essere che a Marcellina non ci sia del terreno da dare in permuta ad una cooperativa di imprenditori locali per fargli costruire villette, appartamenti e ciò che desiderano, a patto che realizzino anche una scuola moderna per i bambini? Anche questa operazione movimenterebbe l’economia, creando posti di lavoro. Potremmo avere nel nostro territorio, una nuova scuola, dei campi da calcetto, un teatro, ed una nuova piscina, sfruttando questa efficace soluzione.”
(Massimiliano Giovanni Papili)
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